Altino, Burano, Mazzorbo, Torcello
Questa area della laguna nord di Venezia comprende luoghi di terraferma, come Altino, e tre isole, Torcello, Burano e Mazzorbo, che testimoniano la storia della fondazione di Venezia attraverso il percorso degli abitanti della città romana di Altinum che nel VI-VII secolo si trasferirono sulle isole più vicine.
Altino
Sito archeologico nelle vicinanze dell’aeroporto di Venezia, conserva i resti di Altinum, un centro paleoveneto del I millennio a.C. che divenne un importante snodo commerciale in epoca romana. Tra il I e il V secolo d.C. raggiunse le dimensioni di Pompei grazie alla posizione all’incrocio delle vie Popilia, poi Annia, e Claudia Augusta. Diventato municipium, cominciò a decadere nel VI secolo quando l’interramento dei canali lagunari e le invasioni barbariche spinsero la popolazione verso Torcello e altre isole della laguna, dando origine a Venezia. Oggi i resti di Altinum sono ora conservati nel moderno Museo Archeologico Nazionale di Altino, che racconta la storia del territorio a partire dalla preistoria e dall’epoca preromana, con testimonianze della civiltà dei Veneti Antichi, fino alla città romana. Dall’approdo sul Canale Santa Maria, a pochi passi dal museo, partono escursioni in barca che conducono, attraverso la laguna, alle isole di Torcello e Burano, facendo ripercorrere le rotte che portarono gli abitanti a fondare i primi insediamenti di Venezia.
Torcello
È stata la prima isola abitata di Venezia, già dal I secolo d.C., ma la sua importanza è cresciuta in seguito alle invasioni dei Longobardi nel VII secolo. Mille anni fa, raggiungeva il suo massimo splendore, con una popolazione che probabilmente superava le tremila persone. A partire dal XIII-XIV secolo, con l’accrescersi della potenza di Venezia, l’isola di Torcello cominciò a spopolarsi, divenne sede di conventi che cessarono di esistere con le soppressioni napoleoniche a inizio Ottocento, ed è ora abitata da una decina di persone. Lungo la fondamenta che porta al centro dell’isola si incontra il Ponte del Diavolo, luogo simbolo dell’isola che ha ispirato varie leggende. I luoghi di interesse si trovano tutti intorno alla piazza.
Cosa Vedere
- Museo di Torcello ospitato in due palazzi in stile gotico veneziano comprende due sezioni: la sezione medievale e moderna e la sezione archeologica.
- Trono di Attila è un seggio in pietra del V secolo, dove leggenda vuole che si sarebbe seduto il re degli Unni. In realtà, il veniva usato come seggio del magister militum, il governatore dell’isola.
- Basilica di Santa Maria Assunta, fondata nel 639 e ricostruita nel 1008, conserva splendidi mosaici di scuola bizantina del IX secolo sul pavimento e del XII secolo sulla parete di fondo che raffigura il Giudizio Universale. Accanto alla cattedrale si trovano i resti del battistero dell’VIII secolo, demolito nel Settecento.
- Chiesa di Santa Fosca risalente all’XI secolo, con pianta a croce contornata da un portico ottagonale, accolse le reliquie delle sante Fosca e Maura nel XII secolo.
- Locanda Cipriani, meta di tanti personaggi illustri dal 1934, comprende il rinomato ristorante e cinque camere in uno storico edificio circondato da un giardino.
Torcello si può raggiungere con il vaporetto ACTV linea 12 e la linea 9 Burano – Torcello con cambio a Burano.
Burano
Fondata dagli abitanti di Altino che fuggirono nelle isole della laguna tra il VI e il VII secolo, Burano è famosa per le case dai colori sgargianti e la tradizionale lavorazione del merletto ad ago, inventata dalle donne buranelle, che con i loro preziosi merletti hanno fatto la fortuna dell’isola. Il centro dell’isola è la Piazza Galuppi, dove sorge la Chiesa di San Martino Vescovo, che custodisce importanti opere d’arte, tra le quali una tela di Gian Battista Tiepolo. A fianco della chiesa si ergono il campanile pendente e la Cappella di Santa Barbara. Nella stessa piazza, che prende il nome dal compositore Baldassare Galuppi detto “il buranello”, con la sua statua eseguita da Remigio Barbaro, noto scultore locale, si trova il Museo del Merletto. Il museo dal 1981 ha sede nella scuola di merletto fondata dalla contessa Adriana Marcello nel 1872. Nel museo sono esposti preziosi esemplari della collezione della scuola, accanto a importanti testimonianze della produzione veneziana dal XVI al XX secolo. Inoltre, offre la possibilità di osservare dal vero le tecniche di lavorazione delle merlettaie.
Passeggiando per le calli di Burano si possono notare case dei colori più vivaci accostati per contrasto per delimitare le proprietà adiacenti. La casa più famosa dell’isola è la casa di Bepi Suà, dipinta con forme geometriche di tanti colori diversi. Burano è conosciuta anche per le trattorie che offrono piatti a base di pesce, come il tipico risotto di gò (ghiozzo, un pesce tipico della laguna), e i dolcetti tradizionali, come il Bussolà e l’Esse, fatti di pastafrolla freschissima. Il punto di riferimento per i golosi è la pasticceria Pasticceria di Carmelina Palmisano, che ha raccolto le vecchie ricette dell’isola e abita ancora lì sopra.
Mazzorbo
Il Ponte Longo, di legno, collega Murano a Mazzorbo, una piccola isola dove regnano pace e tranquillità, da scoprire passeggiando lentamente tra case colorate, gli orti e i vigneti. Abitata già in epoca preromana e poi dagli altinati, prosperò fino al Mille, quando cominciò il declino. L’isola fu in seguito utilizzata per coltivazioni ortofrutticole e mantiene ancora un’anima rurale. Qui, dal 2002, ha sede la tenuta Venissa che comprende la vigna murata di Dorona, vitigno autoctono che si è adattato alle particolari condizioni della laguna. I vecchi edifici sono stati ristrutturati e ospitano un’osteria, un ristorante stellato e degli alloggi. Vale la pena gustare un aperitivo all’ombra del portico che si affaccia sulla vigna (tel. 041 5272281, www.venissa.it). Sul lato opposto sorge l’unico edificio storico rimasto in piedi a Mazzorbo. Si tratta della chiesa di Santa Caterina, costruita tra il 1283 e 1291, la cui campana, del 1318, è la più antica della laguna.
San Francesco del Deserto
San Francesco del Deserto, un’oasi di pace e serenità, ultimo eremo lagunare, merita di essere vissuto come esperienza spirituale, dedicando la giusta attenzione, rispetto e tempo. Si narra che nel 1220 San Francesco d’Assisi, di ritorno dalla Terra Santa, approdando sull’isola sia stato accolto dal canto di una moltitudine di uccelli. Dopo la morte del santo, il proprietario dell’isola, il nobile Jacopo Michiel, fece costruire una chiesetta in suo onore, donando l’isola ai frati minori.
Nel ‘400 il luogo fu abbandonato, diventando appunto “deserto”, poi di nuovo adibito a convento e successivamente trasformato in deposito di esplosivi e caserma. Nel 1856 Francesco I d’Austria donò l’isola al Patriarca di Venezia, che la concesse ai frati minori francescani che sono oggi gli unici abitanti dell’isola. Oggi è prima di tutto luogo di preghiera, dove è possibile effettuare dei ritiri spirituali nel monastero francescano. L’isola non è raggiungibile con i mezzi pubblici, esiste un servizio barca da Burano gestito dal Consorzio Laguna Fla (tel. 347 9922959, www.lagunaflaline.it). Per una visita guidata è necessario contattare il convento (tel. 041 5286863, www.sanfrancescodeldeserto.it).