Dopo la Seconda guerra mondiale, la laguna era ancora piena di bragozzi, bragagne, topi e sampierote, tutte imbarcazioni che ancora andavano a vela. Barche da pesca, da trasporto o da lavoro solcavano la laguna con la vela al terzo o con l’aiuto dei remi. Con la diffusione delle barche a motore, ben presto le vele sono andate in pensione e, già tra gli anni Sessanta e Settanta erano quasi scomparse. Sopravvivevano solo grazie all’amore di alcuni. Ma, a partire dagli anni Settanta, un gruppo di appassionati ha dato vita all’associazione Vela al Terzo, con l’obiettivo di recuperare e salvare dall’oblio questa tradizione, che per secoli ha caratterizzato la vita nella laguna. Si sono messi in contatto con i lavoratori dei cantieri che ormai avevano dismesso i vecchi scafi e con i velai e hanno recuperato le tecniche per armare e condurre le barche fatte apposta per i bassi fondali della laguna.
Il fondo piatto permette di navigare con pochissima acqua, raggiungendo gli angoli più remoti, lontano dal traffico, in spazi così silenziosi che si percepisce il dolce rumore dell’avanzare dell’imbarcazione, il fruscio del vento, la poppa che ritmicamente affonda, uno stormo di cormorani che si alza in volo battendo le ali o una coppia di cigni che si sposta tra canne palustri sfrigolanti. Tutto in barca a vela ha un sapore più intenso, per il contatto diretto con gli elementi naturali: il sole, il vento, i temporali che, vissuti sotto una piccola coperta, fanno sentire la fragilità estrema degli esseri umani.
I membri dell’associazione sono tutti proprietari delle loro barche: topi, sanpieròte, topétte, sàndoli e mascaréte. Le vele sono strettamente al terzo, secondo la tradizione impostasi in laguna a partire dal Settecento e mai spodestata dall’armo cosiddetto “marconi”. Deve, probabilmente, il suo nome al fatto che l’antenna superiore che sostiene la vela (il pico o antenela de sora) è fissato all’albero a un terzo circa della sua lunghezza. Organizza regate, veleggiate sociali non competitive e corsi di vela al terzo. Partecipa attivamente a convegni e seminari dedicati alle marinerie tradizionali, anche delle altre sponde dell’Adriatico.